dal blog di Antonio Di Pietro, un commento sulle ultime dichiarazioni di Berlusconi, Schifani e Bossi sui PM antimafia
11 Settembre 2009
Un copione gia' visto
Cosa sta accadendo sulla vicenda delle stragi degli anni '90?
Perche' il Presidente del Consiglio e' così preoccupato per la riapertura dei fascicoli delle procure di Palermo, Milano e Firenze?
Forse conosce già gli esiti a cui porterebbero nuove indagini e, forse, sa quello che Spatuzza e Ciancimino hanno da dire.
E’ consapevole che le loro dichiarazioni sarebbero la combinazione di una cassaforte al cui interno si troverebbe il volto di quei mandanti di cui si è sempre parlato.
Io ritengo che la riapertura dei fascicoli delle stragi degli anni ‘90 stiano seguendo il copione tipico delle vicende di mafia con implicazioni politiche.
La storia d’Italia questo copione lo conosce e, i signori Spatuzza e Ciancimino sono metaforicamente nei panni dei nuovi Buscetta che, ai tempi, con le loro rivelazioni, aprirono nuovi scenari.
Ma qui mancano ancora i mandanti che sono sul punto di essere smascherati.
Mandanti ignoti ma che fanno così paura al Presidente del Consiglio da spingerlo a dire: “Con queste nuove indagini si buttano i soldi dei contribuenti”. Così paura da far intervenire il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a far da paciere con l’Anm e da far sostenere al Presidente del Senato, Renato Schifani: “Mi piace di più quando la magistratura si occupa del contrasto diretto e senza quartiere alla mafia”, senza cercare i mandanti politici, aggiungo io.
Coloro che hanno dato una chiara interpretazione dei fatti sono il giornalista Lirio Abbate, ieri a ‘Linea Notte’ di RaiTre, in un’intervista che riporto in questo articolo, e Umberto Bossi quando afferma: "C'è la mafia dietro gli attacchi al governo". E’ vero, signor Bossi, c’è la mafia in gattabuia che si è rivoltata contro i suoi mandanti a piede libero.
Se la giustizia fosse riformata, così come la propone la nostra alternativa di governo, probabilmente questi mandanti avrebbero già un volto e l’Italia sarebbe un Paese diverso.
L’Italia dei Valori sta già guardando al dopo Berlusconi, ad un’alternativa credibile di governo che possa dar vita ad una terza Repubblica, che possa far piazza pulita delle solite facce che ammorbano la politica da mezzo secolo ed oltre.
Riporto di seguito gli obiettivi dell’Italia dei Valori in tema di Giustizia, venti proposte serie ed efficaci che questo governo equiparerebbe a scorie radioattive da cui tenersi ben lontani per sopravvivere:
- Semplificare il processo civile prevedendo ampie possibilità conciliatorie e ampliamento dei poteri d’ufficio del Giudice, con l’obiettivo di completare ogni singolo grado di giudizio nell’arco di un anno.
- Prevedere la figura del giudice monocratico per i processi civili di appello
- Eliminare nel settore civile ed in quello penale le norme che introducono inutili formalismi che rendono sempre più lontana nel tempo la decisione.
- Prevedere filtri per i ricorsi in Cassazione
- Individuare pene certe e processi penali più rapidi con possibilità di applicazione della pena dopo il secondo grado di giudizio
- Stabilire la sospensione della prescrizione dei reati dopo il rinvio a giudizio
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